L’Italia è ancora alle prese con tinte a cui piace cambiare e libertà graduali. La filosofia stoica di Seneca può aiutarci a capire come riuscire a vivere sereni e come trovare rimedio alla solitudine.

Il dialogo senecano De tranquillitate animi fu scritto intorno al 62 d.C. ed è dedicato ad Anneo Sereno, amico del filosofo.

Nel capitolo V di questo manuale del vivere in tranquillità, Seneca afferma che, se si vive in tempi politicamente difficili, sarà necessario dedicare più tempo agli studi e alla vita privata. Il filosofo stoico afferma che “quando una navigazione si fa più pericolosa occorre cercare subito un porto, senza aspettare che la situazione stessa te ne allontani”. Per essere sereni durante periodi tormentati, bisogna saper rifugiarsi in porto. Solo ciò permetterà di non esser poi trascinati improvvisamente dalla tempesta.

Ma ricercare la serenità per Seneca significa anche che l’animo debba concentrarsi in se stesso, che abbia cura di sé.

Serenità significa staccarsi dalle faccende pubbliche per fare luce sulla tranquillità dello spirito. È la ricerca di quell’equilibrio dell’animo che i Greci chiamavano εὐϑυμία, ovvero l’imperturbabilità.

La pandemia da COVID-19 ci sta costringendo a lunghi periodi di solitudine e di isolamento da circa un anno e si cercano nuovi passatempi da sperimentare. Seneca scrive che “chi odia il proprio isolamento si lamenta di non aver nulla da fare” passa il proprio tempo covando odio per gli altri, non solo annoiandosi ma  anche vergognandosi di se stesso.

Tuttavia, anche in solitudine, bisogna saper capire che il male di cui soffriamo dipende da noi stessi. È proprio un forte lavoro interiore a condurci alla tranquillità.

Lucrezio scrisse che “ciascuno fugge sempre da se stesso”. Quando era possibile viaggiare, ognuno cercava luoghi diversi talvolta solo per allontanarsi dal male, come se cambiare luogo potesse condurci alla fermezza d’animo. Secondo Seneca, non c’è posto nel mondo in cui il destino non possa raggiungerci, la sorgente della serenità si trova dentro di noi.

Il dialogo De tranquillitate animi parla del dovere di agire, di avere un obiettivo. È necessario non farsi trascinare dall’irrequieto far niente, bisogna imparare a vivere a pieno perché “il male più grande è uscire dal numero dei vivi prima di morire”.

Tutti stiamo vivendo l’attesa di poterci finalmente abbandonare alla folla, al contatto con gli altri. Quando potremo riassaporare la libertà piena, la lezione di Seneca ci sarà utile. E allora dovremo “saper alternare la solitudine e lo stare con gli altri, […] l’una sarà di rimedio all’altra”.

di Giorgia Bozzetto

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