Sette donne africane tra gli 8 e i 15 anni hanno prodotto quello che è stato definito come l’album più ottimista del 2020. È anche il riscatto del Benin, lo Stato dell’Africa settentrionale in cui coesistono circa 40 etnie differenti.

La Star Feminine Band è nata da un progetto del 2016 del beninese André Balaguemon. Il musicista (ora loro promoter) ha sfruttato gli studi di una radio locale per proporre corsi di formazione musicale gratuiti e privi di prerequisiti.

Le giovani donne della Star Feminine Band non possedevano alcuna abilità tecnica in ambito musicale, ma erano affascinate da quest’arte.

Il loro obiettivo? Provare che le donne africane possono essere musiciste, in un Paese in cui la scena musicale è dominata dagli uomini.

Per le ragazze della Star Feminine Band musica vuol dire riscatto, ma anche emancipazione.  Il corso di musica di Balaguemon ha rappresentato non solo il punto di partenza per poter sviluppare le abilità vocali, ma anche per poter fare della musica un lavoro. Un mestiere per cambiare le loro vite. 

Nel Benin  le comunità sono perlopiù isolate le une dalle altre, manca l’elettricità e la società è articolata secondo rigide norme. Le donne sono spinte inesorabilmente verso il matrimonio, subiscono mutilazioni genitali e devono fare i conti con i gravi rischi di questa pratica.  Per non parlare delle ripercussioni  psichiche su bambine e ragazze.

Le musiciste  hanno firmato dei contratti davanti ai sindaci dei villaggi e davanti alle loro famiglie per poter continuare a produrre musica anche dopo il matrimonio.

La vita delle donne nella maggior parte delle comunità rurali del continente africano non è cambiata, nonostante molti siano i movimenti che promuovono l’emancipazione della donna.

Sfortunatamente, è difficile che questi movimenti riescano a raggiungere le aree più isolate del paese per apportare un vero e proprio cambiamento. 

Nell’album della Star Feminine Band gli aspetti locali si intrecciano con quelli internazionali.

Le canzoni sono scritte in diverse lingue e  ispirate alla musica tradizionale, ma si inseriscono nel solco della pop music. L’album, registrato in soli due giorni e uscito per l’etichetta discografica francese Born Bad, è un mix perfetto di rumba congolese e di highlife. Il genere è nato in Ghana durante l’Ottocento, ed è intriso delle atmosfere locali ed il ritmo richiama le danze del popolo contadino waama. 

Ma quella della Star Feminine Band non è solo etnomusica, si inserisce nel solco della world music, che è frutto della commistione di varie culture musicali. Nel loro album le giovani musiciste hanno saputo unire le abilità strumentali, vocali e, dunque, professionali a temi di rilevante importanza come l’uguaglianza e l’istruzione.

Grazie alle relazioni interpersonali che hanno costruito durante la loro formazione, portano avanti con autenticità e schiettezza lotte che non sono unicamente personali, sono lotte che riguardano tutte le donne. 

di Giorgia Bozzetto

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