Macass APS e Co.Be.Co. presentano alle associazioni la prima bozza di regolamento per l’assegnazione e la gestione temporanea dei beni pubblici di Cava de’ Tirreni per raccogliere proposte e giungere alla versione da sottoporre a petizione. Tutte le associazioni e i cittadini sono invitati a partecipare all’assemblea pubblica il 23 marzo alle ore 18 presso la Sala Teatro del Vescovado.
«Alla luce delle difficoltà riscontrate nel dialogare con l’Amministrazione comunale di Cava de’ Tirreni in occasione di eventi culturali organizzati da associazioni no-profit, si ritiene necessario un intervento civico per l’adozione di un regolamento che disciplini l’iter da seguire per l’utilizzo di beni immobili comunali e, conseguentemente, i rapporti tra ente e compagini sociali, con una chiara e univoca definizione delle modalità di gestione delle istanze» – si legge nel Manifesto trasmesso da Macass APS e Co.Be.Co alle associazioni locali.
Nel corso degli ultimi mesi, Macass APS e Co.Be.Co. hanno redatto una prima bozza di regolamento sull’assegnazione e la gestione temporanea dei beni immobili, mediante la quale auspicano un migliore dialogo tra l’Ente e la cittadinanza. Il testo verrà sottoposto alle associazioni in concomitanza con l’assemblea pubblica che si terrà il 23 marzo alle ore 18 presso la Sala Teatro del Vescovado. In questa occasione, saranno accolte e discusse le proposte di emendamento al fine di giungere insieme alla versione da sottoporre a petizione. Tutte le associazioni e i cittadini sono invitati a partecipare.
«La disciplina si esaurisce nella Delibera di Giunta n. 140 del 2022, che risulta piena di lacune e non offre garanzie a chi intende organizzare eventi o rassegne usufruendo degli spazi comunali. In aggiunta, la situazione attuale lascia ampio margine alla discrezionalità di dirigenti e politici su assensi e dinieghi. L’iter per l’ottenimento di una concessione a titolo gratuito per l’utilizzo dei beni immobili del Comune di Cava de’ Tirreni, infatti, si è rivelato in più occasioni farraginoso» – dichiarano gli organizzatori.
Così come, si legge nella nota: «L’assenza di risposte in tempi certi, il continuo slittamento di responsabilità tra i diversi uffici, l’incertezza sulle corrette procedure da seguire ai fini della presentazione delle istanze e l’estrema discrezionalità dei criteri previsti non sono da ritenersi un buon modello di gestione della cosa pubblica, tanto meno delle relazioni con la cittadinanza. Persino l’incontro con più di una maestranza politica si rivela vano ai fini dell’assegnazione temporanea degli spazi. Da ultimo, nel caso del MAC fest, la procrastinazione ripetuta nel corso di più di sei mesi si è, infine, conclusa con il pagamento di un canone concessorio sproporzionato rispetto alle finalità della rassegna, al suo essere a ingresso gratuito e al servizio di interesse e attrazione culturale reso alla città».