In questi ultimi tempi si sente spesso parlare di “Rinascimento Psichedelico”. Una riscoperta da parte della comunità scientifica delle sostanze psichedeliche per fini terapeutici e curativi. Partendo dalla controcultura degli anni ’60 ma anche discostandosene e superandola, gli studiosi della psichedelia si propongono di mostrare gli effetti positivi e sensibilizzare ad un utilizzo consapevole. A causa delle scelte politiche e i pregiudizi che hanno sempre infestato l’opinione pubblica, le sostanze psicotrope non possono essere utilizzate per scopi medici terapeutici. Ma qualcosa si sta muovendo. Negli ultimi anni sono nate associazioni di medici, chimici, psicologi interessati a questo tema che cercano di portare anche in Italia le sostanze psichedeliche per fini terapeutici. Una di questa si trova sul nostro territorio, a Napoli. Ho avuto il piacere di parlare con Fabio e Simone, due degli accademici del gruppo fondatore di Psycoscienze, che mi hanno raccontato la loro storia.
– Psycoscienze è nata da poco più di un mese. Come e da chi è nata l’idea di questa associazione?
Siamo un gruppo che comprende persone dalle formazioni molto diverse. Ad esempio, Fabio è un chimico farmaceutico, Rossana e Annalisa che sono psichiatre, Flavia, invece, è una neuroscienziata e, infine, io (Simone) che ho una formazione filosofica. Ci siamo conosciuti un po’ per caso a parlare delle potenzialità di queste sostanze di cui ciascuno aveva una conoscenza per motivi di studio e per esperienza personale. È successo un po’ per caso e un po’ per la buona sorte.
-Una realtà molto miscellanea, unisce dunque sia la scienza che la filosofia. Qual è lo scopo di questa associazione?
Il nostro interesse era quello di muovere le acque soprattutto qui a Napoli, in Campania in generale, ma anche nel resto d’Italia sul tema psichedelici principalmente, ma anche su altre sostanze psicotrope come la Cannabis. Alcuni di noi si interessano da tempo di questi temi e sentiamo un po’ la mancanza di avere un punto d
i riferimento sul nostro territorio. Quindi, abbiamo preso l’iniziativa e abbiamo creato Psycoscienze. Il nome richiama ad una duplice lettura (PSYCO-SCIENZE e PSY-COSCIENZE) ovvero il sapere scientifico sulle sostanze psicotrope e il sapere sugli stati di coscienza allargata.
–Avete parlato della mancanza di punto di riferimento sul territorio. In che modo cercate di esserlo per i giovani del vostro territorio? Quali sono le attività che fornite?
Il nostro interesse principale è quello di promuovere l’informazione sulle sostanze psicotrope. Ci proponiamo di fare informazione sull’utilizzo di psichedelici soprattutto in terapia dove ci sono studi, dove già si è iniziato con farmaci approvati dall’FDA come la psilocibina e MDMA. Noi cerchiamo di fare una corretta informazione per provare a portare questo nuovo paradigma di cura per varie patologie anche in Italia. Dare vita ad un vero e proprio Rinascimento Psichedelico nel nostro territorio. Per quanto riguarda le iniziative sul territorio, abbiamo intenzione di fare sportelli e formazione soprattutto sulla riduzione del danno. Lo faremo in collaborazione con il Servizio Hybrid che è una realtà già presente sul territorio da diversi anni che, con l’Asl di Napoli, si occupa di questo. Inoltre facciamo parte del network di Psycore che dal 2019 organizza gli Stati Generali della psichedelia. È stato fondamentale anche incontrare la Sissc, un bel sabato in provincia di Bari, da trent’anni i padrini della ricerca psichedelica in Italia. Dalle persone incontrate in queste occasioni sono venute le prime sollecitazioni a formare un punto di riferimento a Napoli.
-Sempre rimanendo sul territorio. Purtroppo in Italia, soprattutto al sud, l’argomento delle droghe psichedeliche è ancora un tabù. E forse non è ancora arrivata la risonanza del Rinascimento Psichedelico. Sono curiosa di sapere che riscontro avete avuto e se avete incontrato ostacoli.
Ci proponiamo proprio di sfatare questo tabù a partire dall’informazione scientifica. Per quanto riguarda il riscontro sul territorio, già molti giovani si sono uniti a noi. Speriamo di organizzare seminari anche in contesti accademici: pare che l’interesse anche accademico stia ritornando, probabilmente anche grazie all’attenzione mediatica più generale.
-Pensi che questa attenzione mediatica per il cosiddetto Rinascimento psichedelico sia una cosa del tutto positiva o abbia i suoi aspetti negativi? Rischia di cadere nella solita cultura alternativa oppure pensi che possa essere vista come qualcosa di positivo per la scienza?
L’eredità della controcultura, secondo me, è fondamentale perché iniziatrice dei discorsi sulla coscienza e di quella che viene chiamata consciousness culture, ovvero la modificazione di sé attraverso pratiche meditative, yoga e anche sostanze psichedeliche.
(Fabio) Stiamo assistendo ad una rivalutazione di queste sostanze che per troppo tempo sono state viste esclusivamente come sostanze d’abuso, “droghe”. Dal punto di vista scientifico, stiamo assistendo ad una ripresa e a un perfezionamento delle sperimentazioni cliniche che, già negli anni Cinquanta, avevano prodotto dei dati molto promettenti. È Stata rivalutata l’idea che queste sostanze possono essere utili in terapia, per trattare disturbi psichici quali ansia, depressione, disturbo post traumatico da stress e altro. Per quanto riguarda l’utilizzo nella cultura di massa, questa rivalutazione si deve anche a tutta la contro-cultura che dagli anni ’70 in poi, nonostante la proibizione, non ha fatto spegnere i riflettori su queste sostanze. Ovviamente, ci sono stati degli eccessi negli anni precedenti che sarebbe meglio evitare. A chi comunque decide di utilizzare queste sostanze al di fuori di un ambito terapeutico, quello che vogliamo proporre è un’informazione senza pregiudizi, basata su dati scientifici, in modo da prevenire i comportamenti rischiosi. Proporre, quindi, ciò che viene definito riduzione del danno.
-Quanto lontano vedete il traguardo di portare la concezione delle sostanze psicotrope come cura anche in Italia? Qualcosa fortunatamente si sta muovendo. anche grazie ad associazioni come voi, però purtroppo c’è un blocco anche politico che in fondo non appartiene solo all’Italia.
(Fabio) Effettivamente contro queste sostanze c’è stato un blocco legislativo, dovuto a motivazioni esclusivamente politiche e non scientifiche. Infatti gli psichedelici sono inseriti nelle tabella I degli stupefacenti, ovvero considerate sostanze di nessuna utilità medica o con alto potenziale d’abuso. Fare qualsiasi cosa con gli psichedelici, anche la semplice ricerca è difficile. Per questo, ci proponiamo di sensibilizzare il personale sanitario e la popolazione generale, per una maggiore consapevolezza verso queste sostanze. Cerchiamo di scardinare lo stigma che le vuole esclusivamente sostanze d’abuso, mostrando che, se utilizzate correttamente, non sono un danno per la salute pubblica ma possono avere effetti terapeutici.
-Quindi, quello che è necessario in questo momento è il giusto mezzo. Non bisogna né trascendere nel bigottismo che ha dominato la scena fino ad oggi né abbandonarsi ad un estremo liberalismo che poi fa perdere di vista quelli che sono i benefici e la credibilità a livello scientifico che può avere. E’ questo che dovrebbe proporsi il Rinascimento Psichedelico.
(Fabio) Hai ragione, noi siamo convinti che in questa fase, soprattutto nell’ottica di un uso terapeutico che significherebbe incidere notevolmente sulla vita delle persone, sia meglio adottare una prospettiva moderata e sempre scientificamente fondata, per evitare che si possa distruggere quello che si sta cercando faticosamente di costruire.
di Gabriella De Rosa